LA BESTIA NELLA GIUNGLA

Progetto DurasLab - DonneTeatroDiritti
da una novella di Henry James - adattamento di Marguerite Duras e James Lord
Traduzione Paolo Bignamini
Regia Paolo Bignamini e Annig Raimondi
Con Annig Raimondi e Antonio Rosti
Scene e disegno luci Fulvio Michelazzi
Costumi Nir Lagziel
Produzione ScenAperta Altomilanese Teatri, PACTA . dei Teatri, deSidera - Teatro&Territorio
Con la partecipazione di NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, Triennio di Scenografia
foto Federico Buscarino

John, il protagonista, è un “giovane gentiluomo sensibile” che trascorre la propria esistenza nella convinzione che essa verrà sopraffatta prima o poi da un evento eccezionale che lui solo potrà riconoscere. Accanto all'uomo, condivide l'attesa una silenziosa compagna, Catherine, l'unica a conoscere il segreto di questa potente incombenza. Solo dopo la morte della donna, John si renderà conto che l'evento è già accaduto e che ormai è troppo tardi per recuperare la vita gettata nell'attesa vana. Il dolore si avventerà su di lui come una bestia nella giungla.
In scena, in uno spazio sospeso, neutro e quasi metafisico, rivive, in un lungo flash-back, la storia del protagonista, attraverso un testo dove si stratificano echi di scritture ottocentesche e novecentesche, da James a Duras passando per Marcel Proust.

“Nel 1962 Marguerite Duras si cimenta in questo lavoro di ri-scrittura della novella inglese di Henry James The Beast in the Jungle. Nel caso di adattamenti di testi di altri autori, incisivi sono gli elementi del vissuto durassiano riscontrabili all'interno dell'opera variata – come sottolinea Paolo Bignamini, traduttore e regista - : l'autrice cattura quel testo, se ne appropria, facendo da esso partorire un'originalità, un risvolto, una variazione spiazzanti”.

”Henry James scrisse La bestia nella giungla all’alba del Novecento. E’ uno dei suoi più celebri racconti, limpido e disperato. E’ il problema del vivere che viene disegnato con mano delicatissima. (…) Nel 1962, un’altra raffinatissima scrittrice Marguerite Duras colpita dal racconto ne trasse una piéce costruita alla perfezione, tramata con dialoghi sottili. Una pièce che ora, perla dimenticata e tratta dall’oblio, Annig Raimondi e Antonio Rosti, aiutati dalla chiara traduzione di Paolo Bignamini, fanno brillare. Uno spettacolo intenso, seducente; che impegna l’intelligenza dello spettatore”. (Domenico Rigotti, L’Avvenire)

MARGUERITE DURAS, pseudonimo di Marguerite Donnadieu, è nata il 4 aprile 1914, a Gia Dinh, in Cocincina, l'attuale Vietnam del sud. Dopo le scuole superiori a Saigon, lascia l'Indocina e dal 1932 si trasferisce a Parigi, in Francia, dove studia diritto, matematica e scienze politiche. Nel 1943 entra nella resistenza e dal 1944 al 1950 è iscritta al Partito Comunista. Sul fronte letterario riceve notevoli gratificazioni, sia dal punto di vista della difficile critica che da quello dell'altrettanto elitario pubblico francese. La Duras ha inventato una scrittura particolarissima, piena di silenzi e di risonanze interiori. Le sue opere sono nello stesso tempo racconti, poemi in prosa e sceneggiature. In gran parte della sua produzione si assiste alla distruzione della trama e alla rivelazione della vita interiore dei suoi personaggi attraverso un lavoro di scavo. Marguerite Duras è morta nel 1996 a Parigi all'età di ottantuno anni. Ha scritto 34 romanzi e diretto 16 film. Per la pellicola "India Song", del 1975, vinse il Gran Premio Accademico del Cinema francese.

Il Progetto DonneTeatroDiritti
Il progetto speciale DonneTeatroDiritti (DtD), ideato da Annig Raimondi, giunge quest’anno alla sua 5a edizione. Un progetto di rete, artistico e sociale, che parla di diritti e libertà e che quest’anno sviluppa il discorso Tra Palcoscenico e Potere al femminile, nei secoli: come il Potere ha influito sulla vita (intesa sia come ‘vissuto’, ma anche come palcoscenico propagandistico) e sulle opere di donne-autrici, militanti o comunque impegnate, scrittrici, artiste o studiose.
Scrivono diari, romanzi, biografie e autobiografie, pièce teatrali, rilasciano dolorose testimonianze, diffondono il loro sapere rischiando il linciaggio, ma anche, in epoca antica, arrivano al Potere e rivoluzionano, nel bene e nel male, l’immagine della donna.


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